La cappellina che s’incontra sul lato est della via Giardini, poco a monte di Formigine e intitolata a S. Giuseppe, è di proprietà privata aperta alla pubblica venerazione, ma non rientra nel novero degli oratori pubblici della parrocchia. .
Le ragioni di tali incongruenze hanno radici molto lontane nel tempo, che ci portano agli anni 1630-1631, periodo in cui la popolazione di Formigine fu decimata dalla peste bubbonica, provocando la morte di 326 parrocchiani.
In causa del triste evento, fu necessario approntare un nuovo cimitero per i morti di peste e a tale scopo fu scelto un luogo nel campo “Sagrato”, 500 metri a est dal punto ove ora è situato l’oratorio di S. Giuseppe.
Conseguentemente venne eretta una cappellina mortuaria, servente al cimitero e in ricordo dei defunti del funesto evento.
Negli anni Ottanta del secolo scorso, venne soppresso il viottolo – detto appunto di S. Giuseppe – che collegava la strada Giardini alla via Stradella, passando dinnanzi all’ormai cadente cappella mortuaria.
I coniugi conti Luigi Alberto Gandini e Ginevra Frosini, che acquistarono l’area del soppresso viotolo, in memoria dell’antica cappella crollata fecero costruire un nuovo oratorio più a ovest, trasportandone l’ubicazione sulla via Giardini. Il nuovo oratorio venne dedicato a S. Giuseppe in funzione della denominazione catastale del campo su cui sorse.
L’epigrafe posta a memoria della traslazione avvenuta è molto chiara in proposito e ricorda la visita pastorale effettuata dal Vescovo di Modena Monsignor Carlo Maria Borgognoni il 28 luglio 1891, in occasione della quale benedisse l’oratorio di S. Giuseppe.
L’anno 1936 il signor Giovanni Reiter, nuovo proprietario del fondo S. Giuseppe, costruì una villa in vicinanza dell’oratorio in parola, restaurandolo e mutandone lo stile architettonico, conforme a quello della sua nuova residenza di campagna.
Le ragioni di tali incongruenze hanno radici molto lontane nel tempo, che ci portano agli anni 1630-1631, periodo in cui la popolazione di Formigine fu decimata dalla peste bubbonica, provocando la morte di 326 parrocchiani.
In causa del triste evento, fu necessario approntare un nuovo cimitero per i morti di peste e a tale scopo fu scelto un luogo nel campo “Sagrato”, 500 metri a est dal punto ove ora è situato l’oratorio di S. Giuseppe.
Conseguentemente venne eretta una cappellina mortuaria, servente al cimitero e in ricordo dei defunti del funesto evento.
Negli anni Ottanta del secolo scorso, venne soppresso il viottolo – detto appunto di S. Giuseppe – che collegava la strada Giardini alla via Stradella, passando dinnanzi all’ormai cadente cappella mortuaria.
I coniugi conti Luigi Alberto Gandini e Ginevra Frosini, che acquistarono l’area del soppresso viotolo, in memoria dell’antica cappella crollata fecero costruire un nuovo oratorio più a ovest, trasportandone l’ubicazione sulla via Giardini. Il nuovo oratorio venne dedicato a S. Giuseppe in funzione della denominazione catastale del campo su cui sorse.
L’epigrafe posta a memoria della traslazione avvenuta è molto chiara in proposito e ricorda la visita pastorale effettuata dal Vescovo di Modena Monsignor Carlo Maria Borgognoni il 28 luglio 1891, in occasione della quale benedisse l’oratorio di S. Giuseppe.
L’anno 1936 il signor Giovanni Reiter, nuovo proprietario del fondo S. Giuseppe, costruì una villa in vicinanza dell’oratorio in parola, restaurandolo e mutandone lo stile architettonico, conforme a quello della sua nuova residenza di campagna.