CORSI BIBLICI |
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Genesi 2011-2012 |
Il primo destinatario del Libro della Genesi è stato il popolo d'Israele, ovverosia quello stesso popolo tornato dall’esilio babilonese. La tradizione d’Israele (e quella della Chiesa) ha attribuito l’intero «Pentateuco» (e quindi anche il Libro della Genesi) all’opera di Mosè. Quanto è narrato in questo Libro (prima di essere scritto) è stato sicuramente tramandato oralmente, da una generazione all’altra. In queste tradizioni, il popolo ebraico vedeva le radici della sua storia, della sua cultura, della sua fede. Il ricordo del passato era custodito con amore, fedeltà, e continuamente confrontato con il presente, sempre rivissuto e attualizzato in ogni epoca. Per questo, nel corso della storia d'Israele, diversi gruppi di persone valorizzarono, di volta in volta, aspetti particolari di vicende peculiari del ricco «patrimonio della tradizione»: tradizioni disparate è vero, che confluiscono comunque nell’ultima composizione, portando con sé la memoria di momenti storici e ambienti differenti del popolo d'Israele, convogliando (fino a noi) vere e proprie riflessioni teologiche differenti, sull’esperienza del popolo con il suo Dio. La narrazione, quindi, anche se è assai articolata, è sempre molto cospicua, perché fa comprendere come il popolo di Dio ha vissuto la sua fede e, come essa può essere mantenuta insistentemente viva! Come tutto il «Pentateuco», anche il Libro della Genesi dovette pervenire alla sua forma presente in prossimità dei secoli V-IV A.C. Il nome «Pentateuco» indica l’insieme dei primi cinque libri della Bibbia: Genesi, Esodo, Levitico, Numeri, Deuteronomio. Il termine (di origine greca) è composto da «pente» che tradotto in italiano significa «cinque» e «teuchos» che indicava inizialmente l’ «astuccio», vale a dire il contenitore cilindrico che custodiva un rotolo e passò poi a indicare il contenuto dell’astuccio, in altre parole, il rotolo. Pentateuco significa dunque «libro dei cinque rotoli». «Genesi» è il nome del primo libro della Bibbia, in quanto narra le origini dell’umanità e del popolo d’Israele. Nella tradizione ebraica il Pentateuco costituisce la «Torah», vale a dire, la Legge («Torah», letteralmente, significa tuttavia «insegnamento», «istruzione») e rappresenta il cuore della Sacra Scrittura «ebraica» e della rivelazione di Dio al suo popolo. |
Esodo 2010-2011 |
Il nuovo anno pastorale diocesano (2010-2011) intende dedicare maggior attenzione al tema dell’educazione e, la Chiesa di Modena ha scelto come testo biblico di riferimento il Libro dell’Esodo, da studiare anche in previsione dell’approfondimento nell’ambito educativo, vale a dire dell’azione di Dio che educa il suo popolo! Il titolo «Esodo», attribuito al celebre secondo libro biblico, dall'antica versione greca della Sacra Scrittura, definisce intelligentemente il «cuore dell’opera». Essa, infatti, si sviluppa sull’aspetto di un’«uscita» concreta, collettiva e, spirituale! Il Libro si apre con la descrizione dell'oppressione israelitica in Egitto (capitoli 1-2). Per liberare il suo popolo, Dio chiama Mosè perché sia la guida degli israeliti e, interviene con castighi contro gli Egiziani per costringerli a lasciar partire il suo popolo (capitoli 3-11). La parte centrale del Libro narra l'uscita del popolo dall'Egitto (capitoli 12-15). Gli Israeliti, una volta liberi, attraversano il deserto e giungono al monte Sinai (capitoli 16-18). Sull’altura sinaitica l’Onnipotente rinnova, con il popolo d’Israele, l'alleanza che, aveva composto con i suoi antenati Abramo, Isacco, Giacobbe e, consegna agli israeliti le leggi che, essi dovranno osservare, per essergli fedele (capitoli 19-24). Il Padre Eterno ha liberato per amore il suo popolo. A questo punto è chiamato a onorarlo e adorarlo. Per questo Mosè riceve indicazioni dettagliate per l'uso di tutto quel che servirà alla celebrazione del culto del Signore (capitoli 25-31). In seguito alla narrazione dell'infedeltà degli Israeliti che, raffigurano il Signore nella forma di un vitello d'oro (capitoli 32-34), il Libro racconta come il popolo realizzò, quanto era necessario per il culto del Signore, ubbidendo ai suoi ordini (capitoli 35-40). In questo modo gli Israeliti possono iniziare il cammino, attraverso il deserto, verso la terra promessa. Il popolo israelitico, oppresso dalla potenza egiziana, «viene fuori» dalla terra dei Faraoni e, si dirige verso la patria promessa. Il nuovo anno pastorale diocesano (2010-2011) intende dedicare maggior attenzione al tema dell’educazione e, la Chiesa di Modena ha scelto come testo biblico di riferimento il Libro dell’Esodo, da studiare anche in previsione dell’approfondimento nell’ambito educativo, vale a dire dell’azione di Dio che educa il suo popolo! Il titolo «Esodo», attribuito al celebre secondo libro biblico, dall'antica versione greca della Sacra Scrittura, definisce intelligentemente il «cuore dell’opera». Essa, infatti, si sviluppa sull’aspetto di un’«uscita» concreta, collettivassa ai padri da Dio! In questo modo, «esce» dal giogo pesante della schiavitù e, sarà destinato a un orizzonte di libertà! Il popolo «esce» conseguentemente dalle limitazioni, dalle imposizioni egiziane, stavolta però, per servire il Signore in una pratica ispirata a devozione e, un credo religioso assolutamente libero e sincero. All’interno delle pagine bibliche, non è poi così difficile intravedere le caratteristiche di una e vera propria espulsione, dove gli egiziani sospingono gli ebrei verso la terra di Canaan, costringendoli ad attraversare la frontiera settentrionale e, desertica dell’area mediorientale. Questo Libro, resta comunque nella storia universale e, nella fede israelitica, come un grande segno divino, il Signore d’Israele si rivela, come Signore della libertà che, non sarà mai indifferente (nemmeno oggigiorno) al grido degli oppressi. Un’altra peculiarità del testo sacro è attribuita all’altura del Sinai che, si erge sull’area desertica e, nella stessa è costretta a girovagare il popolo israelitico. In quella stessa altura il protagonista del Libro sacro, Mosè, riceve il Decalogo (le «dieci parole») che sarà la piattaforma della morale biblica e, della risposta che lo stesso Israele serberà al Dio che si è alleato con esso. Vicino a quelle stesse parole si svilupperanno leggi religiose e civili dello stesso popolo ebraico. Qualora siano state composte in epoche successive, sono, comunque, riconducibili all’esperienza sinaitica, infatti, il Sinai è ritenuto il luogo di origine spirituale dell’Israele biblico. Il popolo ebraico, seppur, sia sempre stato considerato un popolo ribelle, ciò nonostante, è destinato a incontrare il Padre Eterno in modo originale, esclusivo e, vitale. Non mancheranno, certamente, riferimenti efficaci e, favorevoli all’espansione del tema, istruttivo, formativo, edificante. |
Lettera agli Ebrei 2009-2010 |
Il testo della «Lettera agli Ebrei» si presenta almeno a noi Formiginesi alquanto «singolare» tra quelli scritti del Nuovo Testamento per la sua lampante sapienza (senza sottintesi) su Gesù Cristo, «sommo ed eterno sacerdote» della «nuova alleanza». A ragion veduta il Lezionario ne propone una lettura sistematica, pressoché completa, valorizzando il testo sia in solennità particolari, come il Santo Natale, il Venerdì Santo, Corpo e Sangue di Cristo, Ascensione, che in diverse domeniche fra l'anno, e addirittura in intere settimane. Questa importanza nella «Cristologia» e nella «Liturgia», tuttavia, non ne fa della «Lettera agli Ebrei» una testimonianza di agevole lettura. E' sostanzialmente per questo stimolo che tenteremo (prossimamente) di offrire a tutti i fedeli della nostra Comunità parrocchiale (ma non soltanto a loro), un sussidio in rete che intende aiutare a capire e a utilizzare al meglio la «dimensione spirituale». |
Anno Paolino 2008-2009 |
Il 28 Giugno 2008 si è aperto l'«Anno Paolino» nel bimillenario della nascita dell'«Apostolo delle Genti». Una grand'occasione per riscoprire l'attualità del suo messaggio, «vero patrimonio dell'umanità redenta da Cristo», come ha affermato Papa Benedetto XVI°. Tutte le volte che si osserva sulla cartina del Mediterraneo l'itinerario seguito da Paolo di Tarso nei suoi tre viaggi missionari, a piedi o in una barca sospinta dal vento, si resta sempre meravigliati! Come ha potuto un simile uomo, da solo, duemila anni fa, viaggiare così tanto? Se poi si pensa alle «Lettere» che ha scritto, e alle innumerevoli vicissitudini a cui è andato incontro, lo stupore aumenta! Dove ha trovato il tempo, la forza fisica e un simile coraggio? Grande ed instancabile «comunicatore» della «buona novella», San Paolo è stato nella vita terrena l'esempio di come la fede in Gesù Cristo, Figlio di Dio, possa davvero trasformare la persona. Le modalità in cui la fede si è scoperta dentro di lui lo rendono particolarmente vicino all'uomo di oggi. |
Deuteronomio 2007-2008 |
Lo studio di un libro sacro, come quello del Deuteronomio, che inizieremo insieme in quest’anno pastorale 2007-2008, desidera aiutare i catechisti, ma non soltanto loro, anche i “fedeli tutti” della nostra Comunità, ad accostarsi alle Scritture canoniche del popolo d’Israele attraverso la presentazione di alcuni punti di carattere generale e la lettura “corsiva” dei passi più significativi. Nel libro del Deuteronomio è narrato il centro della fede ebraica: Dio interviene, per primo e gratuitamente, per scegliere il Suo popolo, dopo averlo liberato dalla schiavitù dell’Egitto, dona al popolo stesso la terra, e al dono occorre rispondere con la lode (cfr Dt 26,4-10) |
Apocalisse 2006-2007 |
Il libro si autodefinisce «profezia», cioè interpretazione dell'azione di Dio all'interno della storia. Infatti, anziché essere un infausto oracolo sulla fine del mondo (come spesso si è creduto), l'Apocalisse è un messaggio concreto di speranza rivolto alle Chiese in crisi e colpite dalla persecuzione di Babilonia o della prostituta o della bestia, cioè della Roma imperiale, perché ritrovino fermezza nella fede e coraggio nella testimonianza |
Chi è l'Apostolo Pietro |
Pietro è un personaggio biblico del Nuovo Testamento, il cui nome originario era Simone, uno dei dodici Apostoli di Gesù Cristo, considerato primo Papa nella storia della Chiesa. Di questa persona importante si hanno abbondanti notizie biografiche nei Vangeli Sinottici, con i quali condividono la tradizione giovannea, negli Atti degli Apostoli e nella letteratura paolina. Pietro occupa, con certezza, uno spazio di primo piano nella Storia Sacra, riconosciuto e testimoniato da tutta la tradizione neo testamentaria, infatti, il suo nome compare sempre al primo posto negli elenchi degli Apostoli |
Giobbe |
Persona importante e fondamentale del libro omonimo dell’Antico Testamento viene presentato come campione di giustizia, di pazienza e di umiltà. Non appartiene al solito «popolo d’Israele» ma ai «figli dell’Oriente» e pare che sia vissuto ai tempi dei «patriarchi», o secondo i più, dal tempo di Esaù a quello di Mosè. Il «Libro di Giobbe» è uno dei libri «canonici» dell’Antico Testamento e si separa in tre parti: «prologo», «poema», «epilogo». Il prologo e l’epilogo sono scritti in «prosa», la parte centrale, invece, in versi di squisita fattura. La narrazione ci presenta il «piissimo» Giobbe, dapprima ricchissimo poi colpito dalle più tremende sorti avverse che richiede all’Altissimo la causa delle sue sofferenze. Dalla disposizione degli elementi filologici del libro si deve pertanto desumere che fu elaborato verso il 500-450 A.C. |