(via Mosca)
Sul lato nord della via Mosca, ove termina lo stradello di S. Giacomo, s’erge un pilastro-maestà in stile Novecento, costruito in mattoni e di dimensioni maggiori al naturale.
La nicchia contiene l’immagine della Beata Vergine della Sassola che, contrariamente all’etimo, non ha nulla a che vedere con Sassuolo.
Intorno alla Madonna della Sassola e alla sua etimologia, si configurò una leggenda antica quanto miracolosa. Il suo nome appunto,deriverebbe dal ritrovamento della sacra immagine, nel greto di un fiume a valle di Modena.
Sassola starebbe al significato volgare di: rinvenuta tra i sassi, allo stesso modo di Madonna della Giara, o della Ghiara, che si venera a Reggio ed anche a Modena.
Un’epigrafe di marmo murata nella maestà, reca scritto: “Proprietà Angela Reggianini e Figli”. Il casato Reggianini possedeva beni stabili in Formigine sin dal primo Settecento e, forse, anche prima.
I Reggianini si trasferirono poi a Reggio E. nello scorcio dell’Ottocento, dopo l’avvenuta morte dell’ultimo sacerdote di quella famiglia.
Nel 1931 il Cav. Gaetano Graziosi fece ricostruire a nuovo la maestà in oggetto, dopo essersi trasferito Formigine dal sud America, nella sua villa S. Giacomo. (ora Bellei)
A causa dell’allargamento effettuato alla via Mosca nel 1976, la maestà venne a trovarsi nel bel mezzo della sede stradale, quindi fu traslata di alcuni metri (spostata non ricostruita), sul ciglio nord della strada stessa.
Detto questo, occorre fare alcune considerazioni.
Fin dal XVI secolo – e ripetutamente nei successivi – in molti documenti viene citato l’oratorio di S. Giacomo, il fondo o Campo S. Giacomo, lo stradello detto di S. Giacomo, che dai primi trasse il toponimo.
La stessa ex Fattoria Carandini porta il titolo di S. Giacomo.
Tutto insomma nella parte est di quella via, ha riferimento con l’oratorio di S. Giacomo, di cui resta sconosciuta quale fu l’esatta sua collocazione.
In base a ciò emergono alcuni interrogativi di non facile soluzione, ossia: o l’antico oratorio di S. Giacomo rovinò e non venne riedificato, come del resto capitò per altri; oppure in luogo dell’oratorio fu costruita la maestà, al capo nord della via S. Giacomo.
Resta poi un terzo aspetto della questione: la ragione per la quale venne cambiata la dedizione a S. Giacomo, in quella per la Beata Vergine della Sassola, a meno che maestà ed oratorio esistessero entrambi, cosa alquanto improbabile e mai sentita accennare.
La mancanza di notizie in proposito, verbale e documentate, lascia tutt’ora aperti questi interrogativi, alcuno dei quali potrebbe esser sciolto intervistando la signora A. Teggi, che tenne la cura della maestà di via Mosca in questi ultimi tempi.
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